Trustless Computing Association

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Interessamenti di primarie forze politiche e media italiani alla Trustless Computing

Con piacevole sorpresa, il 17 agosto scorso ho appreso che Beppe Grillo aveva ripubblicato sul suo Blog del giorno precedente un mio commento ad un post precedente su Rousseau. Redatto a ferragosto, in auto, di ritorno dalla Toscana, il testo è titolato: “Perché anche in Italia il tema della cybersecurity determinerà le prossime elezioni“.

In tale commento – dopo aver notato che “sistemi critici dello stato e del M5S siano terribilmente inadeguati” – sostenevo che una non-coordinata convergenza d’interessi tra poteri forti, ed hacker etici critici di “pratiche digitali e organizzative autocratiche” del Movimento, e la “pessima gestione della cybersicurezza” del M5S, potrebbero portare a dinamiche non dissimili da quanto accaduto alla Clinton e al Partito Democratico USA alle ultime elezioni presidenziali. Concludo con la domanda “Come può l’M5S salvarsi da tale stillicidio e le sue conseguenze?”, a cui risposi di seguito “Segnare una svolta andando a promuovere un modificato programma di cybersecurity – sia per i sistemi interni che per i sistemi del paese – che sia davvero radicale e all’avanguardia mondiale, per restaurare la sovranità digitale dello stato, dei cittadini e degli iscritti al M5S.

Appresi di tale mio post sul Blog di Grillo per mezzo di telefonate del 17 agosto, non sollecitate, da parte 2 giornalisti del Corriere e Messaggero, mai prima conosciuti. Uscì quindi un articolo sul Corriere della Sera del 18 agosto, di Alvise Losi, e articoli sul Messaggero del 18 agosto, 21 agosto e 22 agosto, di Stefania Piras. Tali articoli riportarono in maniera relativamente accurata quanto ho scritto e quanto dissi al telefono, eccetto per alcune salienti precisazioni. Poi un articolo su La Repubblica del 22 agosto speculò di una presunta volontà di bloccare Rousseau e modificare modalità di primarie e deliberazioni interne al M5S. Nonostante la natura altamente speculativa di tali tesi, prendo occasione con un breve post del 23 agosto su FB per riassumere per grandi linee quanto di riteniamo si potrebbe fare nel breve e lungo termine per risolvere le problematiche del voto online M5S.Già un articolo di La Repubblica del 6 agosto 2017 riportava un mio post su Facebook con le medesime raccomandazioni: “«Mi occupo di sicurezza informatica da 15 anni e sono iscritto al M5S dal 2009 — scrive Rufo Guerreschi — l’enorme sottovalutazione del rischio informatico da parte del Movimento costituisce il più grande ostacolo per arrivare al governo del Paese. Tali vulnerabilità espongono a compromissioni riservatezza e integrità del voto degli utenti, ne scoraggiano un utilizzo già molto molto basso e creano presupposti di hackeraggio».

In questi giorni, abbiamo ricevuto moltissime email di interessamento alle nostre analisi e proposte, che ci rendono speranzosi che davvero la cybersicurezza possa essere trasformata da una grave minaccia in una enorme opportunità di democratizzazione e sviluppo economico per l’Italia, come proponiamo da anni.

Le analisi e proposte del mio commento del 16 agosto sono infatti fortemente allineate con le nostre proposte, come Associazione Open Media Cluster, ad istituzioni pubbliche italiane fin dal 2014. Esse sono confluite negli ultimi mesi nella proposta di realizzazione nel Lazio del Trustless Computing Cluster e Campus, un progetto pubblico-privato che mira a realizzare nella Regione Lazio, a partire dal 2020, il cluster regionale e il campus d’innovazione d’avanguardia mondiale nella sicurezza di sistemi informatici di comunicazione (ICT), cyber-fisici (CPS) e d’intelligenza artificiale (IA) – per centinaia di milioni d’euro d’investimenti, e 47.000mq di strutture dedicate – attraendo una massa critica di talenti, venture capital, startup, aziende e centri ricerca leader, per mezzo di un mix unico di incentivi economici, scientifici e di qualità della vita. Presentata al Parlamento Italiano il 19 luglio 2017.

La proposta del Cluster e Campus deriva da un lavoro di 4 anni, promosso da un emergente Trustless Computing Consortium di enti italiani ed esteri con rare e complementari competenze nei massimi livelli di sicurezza IT, ed una rete di esperti e ufficiali europei aggregata attorno alla serie di eventi Free and Safe in Cyberspace, tenute a Brussels, New York e Iguazu, Brazil. Tale proposta segue infatti una proposta di legge regionale del 2014 (concepite con Davide Barillari e Richard Stallman, e riportate dal Messaggero del 21 agosto) per la promozione di un simile cluster; poi una proposta del 2015 al Ministero della Difesa Italiano e al DIS per un cluster civile e militare; e poi del 2016 alla nuova amministrazione del Comune di Roma; per arrivare ad un nostro primo post del 1° maggio di annuncio pubblico dell’attuale Cluster e Campus, ispirati da una proposta del 28 aprile 2017 di Davide Casaleggio in cui affermò: “Perché noi non possiamo aprire il più grande centro di ricerca legato all’intelligenza artificiale, compreso il coinvolgimento delle imprese in questo senso? Questa è sicuramente la direzione che dobbiamo prendere nei prossimi mesi, nelle prossime settimane.”;

Pertanto, ci siamo sentiti incoraggiati a redigere una nostra Proposta di Programma di Cybersicurezza per l’Italia nella legislatura 2018-23 (vers. 1.0) e ad avviare una serie di incontri con associazioni, aziende ed istituzioni del settore per addivenire ad una seconda versione prima del 16 Settembre 2017.

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Rufo Guerreschi, Direttore Esecutivo

Open Media Cluster